– 4CHIACCHIEREdaBAR – Casarano-Nola 2 a 6
È mattanza al Capozza da parte di un Nola non trascendentale ma efficacissimo nel colpire dalla lunga distanza e spietato nello sfruttare i “vuoti esistenziali” lasciati aperti dal Casarano in cerca di rimonta dopo essere andato sotto per ben due volte.
Le situazioni di vantaggio create dai campani rivengono da tiri lontani effettuati, spiace dirlo, in regime di libertà incondizionata da parte della difesa rosso-azzurra.
Ma si è trattato pur sempre di due episodi isolati. Quello che conta è la reazione delle serpi che hanno segnato e rimontato perché lo hanno fortemente voluto. Tanto da far presagire un bellissimo secondo tempo alla ricerca della vittoria che avrebbe scacciato la crisi e, contemporaneamente, affossato una diretta concorrente per la salvezza.
E neppure sul rocambolesco 2 a 3 su ripartenza dei campani i pochi fedelissimi sugli spalti hanno dubitato dei loro beniamini.
Effettivamente, tiri da lontano a parte, il Nola ha disputato la sua onesta partita non immaginando che qualcosa, nell’intervallo, deve aver inceppato il meccanismo dei salentini che hanno mostrato segni di nervosismo e incomprensioni difficili da decifrare.
Ma la liturgia degli spogliatoi risponde a un dogma preciso: è un luogo sacro che mai dovrà essere profanato.
E così, mentre uno sfigurato Casarano rincorre il pareggio per la terza volta, le energie mentali e fisiche della (ex) banda Calabuig crollano come un castello di carta sotto i colpi di un incredulo Nola che strapazza i padroni di casa come quegli agnelli del “buzkashi”, popolare gioco equestre afgano in cui bisogna lanciare la pelliccia dell’animale, squartato, all’interno di una porta.
Come sempre, in questi casi, sospendere l’allenatore dalle sue funzioni è la prima mossa obbligata per lanciare un segnale di discontinuità alla tifoseria mentre la seconda è rimettersi a caccia di un attaccante che “la mette dentro”.
Sequenza rispettata alla regola. E chissà che con il, Monticciolo, nuovo timoniere il Casarano non metta “la testa a posto”.
Michele Chionna & Agostino Convertino