Le interviste del dopo partita rappresentano il “terzo tempo” del match, l’extra time semantico in cui i protagonisti, in particolare gli allenatori, si fronteggiano per riempire di significati il risultato conseguito. E magari addurre spiegazioni confacenti alle eventuali pecche evidenziate dal proprio team.
Esiste un codice espressivo, un vocabolario a parte rispetto alla vulgata quotidiana, composto al massimo da una ventina di espressioni idiomatiche standard che ogni intervistato utilizza per spiegare le sue cose.
Ne sceglie quattro o cinque che dispone secondo un ordine logico, le rappresenta con tutta l’eleganza di cui è capace, se è bravo le drammatizza pure, assecondando le esigenze del pubblico, poi saluta e finalmente può tornare a casa ad abbracciare i suoi cari.
Il commento del duo Suma–Ragone, il tandem che guida il Gravina, rappresenta una autentica singolarità rispetto all’andazzo instaurato, diversi secoli fa, dagli antichi greci che praticavano l’antico sport della palla chiamato “sferomachia”.
Mai ci era capitato di sentire allenatori semi-professionisti denigrare un giocatore avversario, nella fattispecie il nostro grande Strambelli, definendolo “un giocatore in declino”. Non si fa punto e basta.
Si può comprendere l’amarezza per non aver ottenuto il pari su rigore ma non si possono considerare ricevibili affermazioni spese sulla presunta inferiorità di un avversario che ti ha battuto sul campo sportivamente.
A proposito, ci sarebbe la cronaca della partita da commentare: il Casarano, ce ne siamo accorti da soli, è stato meno brillante che durante la trasferta vittoriosa di Martina Franca anche per i meriti degli ospiti giunti a Casarano con un disegno tattico arioso e un modulo difensivo a tre per un centrocampo folto e propositivo; ma pronto a coprire le folate offensive del micidiale reparto offensivo rosso-azzurro.
Poi, spiace ricordarlo ai due allenatori ospiti, esistono i lampi di classe, qualcosa di inspiegabile che rende questo sport meraviglioso. Capitan Marsili, servito al 33’ da Sepe, esplode un tiro da fuori area che non è consueto vedere sui campi di serie D per visione, coordinamento, potenza ed eleganza.
Il goal rompe l’equilibrio e pure gli stati d’animo, col Casarano che si dispone a contenere un indiavolato Gravina nonostante l’inferiorità numerica dovuta all’espulsione di Kharmoud.
La pressione agonistica degli ospiti trova sbocco in diverse occasioni da rete e culmina nel rigore comminato alle serpi per fallo – da ultimo uomo – di Sepe che viene espulso. Il diciannovenne Baietti Francesco da Torre del Greco, dimostra le sue qualità intercettando il rigore del gravinese Lauria con la “collaborazione” di un palo.
È lui l’eroe della giornata, di fronte allo splendido pubblico del Capozza, che riaccende in casa il rapporto d’amore con la sua squadra.