Casarano più forte.
Della burocrazia, che stabilisce in 100 il numero massimo di tifosi salentini ammessi alla gara; del manto erboso del “Franco Fanuzzi” che appare più spelacchiato dell’albero di Natale di Roma; dell’aggressività di pensiero infrasettimanale del Brindisi che si traveste, in polemica, da Golia che tenta di fare le scarpe al wrestler filisteo Davide. Ma non più forte del signor Gianmarco Vailati della sezione di Crema e di una serie di “legni” che potrebbe risolvere la crisi energetica da gas.
Dopo un’estenuante fase di reciproco studio imposto dall’importanza del match, al 20° il Brindisi sfrutta una folata in ripartenza, tre contro tre, che consente all’ex Simone D’Anna di perforare la difesa delle serpi con un bel diagonale in corsa.
Il goal stimola l’immediata reazione del Casarano che già aveva sfiorato il vantaggio direttamente dal corner con una prodezza di Strambelli che centrava la traversa. L’elevato tasso tecnico delle due formazioni è mortificato dalle condizioni del manto, praticamente assente su almeno un terzo della superficie, ma favorisce gli adriatici gioco delle parti per chi difende il vantaggio.
La gara scivola, ça va sans dire, sui binari dell’agonismo, del gioco frammentario e di episodi di reciproca aggressività. La tensione è tale e tanta che negli spogliatoi viene espulso il brindisino Sirri.
Al rientro il Casarano attacca a testa bassa, in modo taurino quando vede il rosso della mantiglia. E quando tutto mette le cose al loro posto, l’arbitro signor Vallati concede, da pochi passi di distanza, il rigore per un tocco di mano in area. E qui nasce una novità assoluta: l’autoVAR psichico!
L’arbitro, asfissiato da un nugolo di calciatori brindisini, si fa convincere ad effettuare il rewind autogeno delle sinapsi e cambia clamorosamente idea. Sarà madama sfortuna a castigare i gladiatori rosso-azzurri con un doppio palo nel corso della stessa azione.
Il demone del dubbio, e forse una punta di rimorso, inducono il direttore di gara ad espellere, per doppia ammonizione, il brindisino Zampa nel corso di un’azione che non spiccava in mezzo a tanto agonismo.
E così, al 40’, Saraniti torna a vestire i panni del barone rosso volando a mezz’aria con una mezza rovesciata degna del grande Carletto Parola così come raffigurato sull’album della Panini. Mamma che stress!