Il peso specifico del Casarano si intuisce dagli innesti operati da mister Costantino per rimescolare l’ondivago percorso del suo team a confronto con lo spinoso Molfetta. La formula turn-over sembra indovinata: i salentini si esprimono con autorevolezza concedendo solo pochi respiri in ripartenza ai padroni di casa ma soprattutto senza subire goal banali come accaduto fino ad oggi.
Manca solo l’acuto al Casarano che al 27’ mette Gatto in condizioni ideali per marcare ma senza successo. Il patatrac stava per manifestarsi, come una mannaia, al 33’ sugli sviluppi di un corner a favore delle serpi che perdono una comoda palla ceduta all’avversario ripartito fulmineo. Carotenuto deve intervenire coi piedi per sventare la beffa.
La pioggia che prende a battere il Paolo Poli è foriera di guai per le serpi mentre il match, come una clessidra, si ribalta a favore dei locali. Ma al 5’ della ripresa l’inferno dantesco in cui sembra essere caduto il Casarano a secco di vittorie incontra la legge del contrappasso: sugli sviluppi di un calcio d’angolo le serpi fanno all’avversario quello che molte volte gli è toccato subire. Da una affollata mischia centrifuga spunta la zampata vincente di Saverio Dellino – tra i migliori del match – che porta in vantaggio il Casarano.
E tocca sempre al sommo poeta manifestarsi quando, dopo appena un minuto, il Molfetta colpisce in pieno la traversa. Dopo tante traverse e pali colpiti dai salentini, una volta tanto i legni arridono ai nostri.
Purtroppo il più in forma di tutti sembra essere Giove Pluvio che rovescia sullo stadio quantità d’acqua inusitate. L’arena si riempie di gladiatori senza tergicristalli e si gioca badando al sodo quando, al 25’, il Casarano ottiene un penalty per un tocco di mano in area avversaria. Strambelli segna e raddoppia.
Si continua a giocare in aquaplaning ed è facile commettere errori in area: atterramento di Tedesco e Leonetti dimezza le distanze dal dischetto materializzando ectoplasmi di sfiga e di beffa. Ma il Casarano, oltre a dimostrare una invidiabile condizione fisica in una difficile situazione anfibia, assume la mentalità dell’estremo sacrificio contro un Molfetta che vuol giocare ad una porta sola.
È uno spettacolo nello spettacolo vedere una squadra così dotata tecnicamente spazzare palloni letteralmente a scarpate in un interminabile tempo supplementare di oltre sei minuti concesso dall’arbitro in sede di recupero: il bello e il brutto del calcio intimamente mischiati per portare via tre punti che raccontano molto alla squadra e a Costantino. Qualche volta, se necessario, si può lasciare lo smoking nell’armadio.
FORZA CASARANO, CONTINUA COSI’.