“Noi siamo il Casarano! – Noi siamo il Casarano! – Noi siamo il Casarano!”
Il 23 Agosto del 1998, era da poco finita l’era del Cav. Filograna per tutti l’indimenticato “Mesciu Ucciu”, un giovanissimo Casarano, sotto la nuova gestione Miggiano-Sicuro, imbottito di ragazzini della Beretti, si presentò a Nardò per una gara di Coppa Italia di serie C.
Al seguito di quel manipolo di giovani promesse c’erano circa quattrocento sostenitori rossoazzurri accalcati in piedi lungo l’inferriata che costeggiava il lato lungo del comunale neretino all’epoca non dotato di una tribuna per gli ospiti.
L’afa estiva non placò neanche per un attimo l’incessante sostegno degli ultras casaranesi, né il risultato e persino sull’8 a 0 per i granata si alzò forte e compatto il tifo dei serpenti. Eravamo orfani di una grande società, con un futuro molto incerto, con un presente umiliante. Eppure c’eravamo. Eppure ci siamo sempre stati.
Quel battimani in quel torrido pomeriggio di ventiquattro anni addietro aveva le sembianze di un cuore che batteva, contro ogni previsione, un cuore che non ha mai smesso di battere in questi lunghi, infiniti anni.
Forse siamo un po’ invecchiati, chi quella Domenica era presente di sicuro lo è, ma il calcio è appartenenza e passione allo stato puro, e tutto questo non conosce età, non ha limiti. Della partita ricordo francamente molto poco perché molto poco ho potuto vedere dietro una calca di amici e tifosi, se non un gol da fuori area di un “certo” Walter Monaco che quel pomeriggio si prese beffa di noi con le sue giocate da fuoriclasse.
Di certo però di quel pomeriggio mi rimane impressa la percezione nitida che saremmo rimasti a lungo nell’anonimato, nel medioevo calcistico. Ne eravamo consapevoli. Di “marce per non marcire”, di diserzioni e contestazioni ne abbiamo vissute molte, con la speranza di rivedere un giorno la luce, con la voglia di abbandonare quei campetti impolverati di periferia che ci divertivamo ad invadere quasi come fossimo una armata persiana.
Oggi siamo in una dimensione diversa, ci riaffacciamo nel calcio che conta e riassumiamo le fattezze di una piccola Sparta che si batte per la sua gloria.
Domenica incrociamo nuovamente il Nardò sul nostro cammino, questa volta in casa nostra, in uno stadio Capozza ammodernato, accogliente, un vero gioiello per la nostra città e per tutto il territorio. Come tanti anni fa siamo chiamati a far battere forte quel cuore, per chi c’era e per chi purtroppo non c’è più.
Da casaranesi, uniti sotto una bandiera che ha solo due colori, il rosso e l’azzurro, e una storia unica, autentica, da tramandare. Per gridare tutti insieme: Noi siamo il Casarano! Con orgoglio, con fierezza.
Domenica è un nuovo appuntamento con la storia, questa volta con la consapevolezza che forse una nuova luce si sta accendendo all’orizzonte, che una nuova storia si può scrivere. Ma quello che verrà scritto e quello che verrà raccontato di questa nuova storia dipenderà da noi, solo da noi.
Uniti, sotto la nostra bandiera. Noi siamo il Casarano!!! Questa è Sparta!