Che esista Babbo Natale nascosto da qualche parte tra i ricordi più belli della nostra infanzia non vi è alcun dubbio. La magia di questo periodo magico, di attesa e di speranza, non è forse proprio quella di risvegliare la parte più genuina e dolce di ognuno di noi?
A noi che siamo un popolo troppo spesso dimenticato. Una città negli ultimi anni maltrattata e ridimensionata da politici e dirigenti che dall’alto di una poltrona hanno deciso per noi. Anzi, contro di noi.
Povera la mia città, orfana e spenta, sopita e malinconica, si specchia in un passato glorioso neanche troppo lontano. Cos’è il calcio per questo paese? È un’opportunità per riprenderci con orgoglio la nostra casaranesita’, per urlarla contro il cielo, per ritrovare unione e condivisione sotto una bandiera e riscoprire la voglia di tornare grandi.
Una maglia rossoazzurra che è una carta d’identità, che racconta tutto di noi, della nostra storia e del nostro essere così voracemente competitivi, anche con noi stessi. Difficile da spiegare quanto conta per noi. Eppure tanti anni bui, forse troppi, ci hanno un po’ raffreddati.
Il Capozza non è più il catino di un tempo, sicuramente più moderno e bello, ma tristemente meno ricolmo dell’affetto che per tradizione solo noi casaranesi sappiamo dimostrare. Troppe delusioni, troppe battaglie perse, e poi un salto generazionale durato venticinque anni, un po’ troppi.
E allora sarebbe un magico Natale se con un pizzico di sana follia, tutti insieme, riaccendessimo la passione degli anni d’oro. Rinfuocare quella fiamma per provare a scaldare una città infreddolita, per gridare a tutti che Casarano c’è ancora e ci sarà sempre, anche se qualcuno, un po’ più su, vorrebbe cancellarci dalla cartina.
Vogliamo che si nasca ancora a Casarano! …vogliamo un vero ospedale non un ambulatorio allargato… vogliamo uffici, scuole, tribunale… vogliamo la giusta importanza e riconoscenza per essere il polo trainante dell’economia salentina.
E poi vogliamo la serie C.
La vogliamo perché è ben più che un semplice risultato sportivo, incarna la voglia di riprenderci tutto quello che era nostro. Non dobbiamo avere paura di gridarlo, e nessuno ci venga a dire che in fondo siamo solo un piccolo paesello.
Noi siamo Casarano, siamo molto di più. Questa è la magia rossoazzurra, questa è la magia del Natale.
E allora, caro Babbo Natale, per questo Natale vorrei che si iniziasse a riscrivere la storia della nostra città, magari pensando in grande, pensando da casaranesi.
Abbiamo otto punti di distacco dalla vetta, e cosa sono per gente come noi, “un paesello” di ventimila anime che ha sfiorato la serie B facendo paura a colossi molto più grandi di noi.
Niente è impossibile, il calcio ce lo insegna, il Natale ce lo impacchetta, con un fiocco rossoazzurro, in un sogno da scartare tutti insieme sotto l’albero.
Avanti Casarano!
Ci sarà da rimboccarsi le maniche, ci sarà da sgomitare, da faticare e da lottare, perché nessuno ci regalerà nulla. In un campo da calcio come nella vita sarà fondamentale uscire a testa alta e con la maglia sudata, da tifosi, da cittadini, da UOMINI VERI.
“Questa è la mia città e la difenderò, mai la lascerò, sempre la sosterrò”.
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grande<Paolo<