Una sola gioia in cinque anni, tra l’altro la vittoria di un campionato di Eccellenza regionale, è davvero un bilancio magrissimo, troppo striminzito, per una società così strutturata.
Partiamo dallo stadio stracolmo con quasi quattromila spettatori e due spettacolari coreografie, per quella ormai lontana partita Casarano-Brindisi che sancì il ritorno in serie D delle serpi.
Sembrava l’inizio di una nuova favola sportiva per la nostra Casarano, c’erano tutti gli ingredienti che, sapientemente mescolati da un abile chef, normalmente scrivono storie degne di memoria e di gloria.
Come già detto sembrava esserci una società strutturata, un grande, grandissimo pubblico, ritrovato dopo le amarezze dell’ultimo ventennio, c’era una squadra già di base molto buona e poi c’era il main sponsor che ogni società dalla serie A in giù vorrebbe avere, la famiglia Filograna.
Il covid prima e la pochezza dei risultati ottenuti poi, condita da qualche umiliazione in campo, hanno spento le speranze di una tifoseria tornata nuovamente scettica sul progetto.
Eppure, nonostante un copioso budget, generosamente messo a disposizione dallo sponsor, nonostante il quinquennio di tempo dato alla società per raggiungere gli obbiettivi prefissati che indubbiamente profumavano di professionismo, se pensiamo alla ristrutturazione dello stadio ad oggi un gioiello per la categoria, se pensiamo alle rose di calciatori messe a disposizione, se pensiamo al pullman, all’organizzazione nel complesso professionistica, l’obbiettivo è stato più volte clamorosamente mancato.
Peccato perché questa città ha bisogno del calcio, perché questa città ha voglia e desiderio di rinascere e proprio attraverso questi colori tanto amati ci si può scrollare di dosso le polveri distruttive di chi ci vede piccoli e impotenti.
Lo sport come volano anche sociale, come propellente per i più sinceri e profondi sentimenti di appartenenza.
Il nostro bilancio provvisorio di questo progetto dunque ad oggi porta delle perdite, e se quelle economiche non ci competono e sono soggette ad analisi da chi investe denari e passione in questo percorso, quelle esclusivamente legate alle emozioni e alle speranze sono molto sanguinose e ci toccano più da vicino.
Una squadra di calcio per quanto possa essere a tutti gli effetti un’azienda privata ha l’onore e l’onere di rappresentare un intero territorio, le sue aspettative e la passione e l’affetto incondizionato di migliaia di cuori rossoazzurri.
Anche se di fatto non siedono in nessun consiglio di amministrazione, queste migliaia di persone andrebbero maggiormente tenute in considerazione e rispettate, così come la storia e la tradizione di quella maglia che ha scritto pagine indelebili senza inchinarsi mai al cospetto di nessun avversario.
E di avversari di grande fama e blasone ne abbiamo sfidati e battuti tanti nel corso della nostra storia ed oggi approcciamo quasi intimoriti al cospetto di avversari degni di rispetto e stima come Cavese e Barletta, ma quasi dimenticando che NOI SIAMO IL CASARANO!
Cosa aspettarsi dal futuro?
Non dipende da noi, dipendesse da noi probabilmente faremmo scelte di cuore che disegnano viaggi quasi inimmaginabili in stadi inarrivabili.
Quello che possiamo aspettarci è che chiunque sia a dover e poter decidere per le sorti di questo piccolo ma grande club lo faccia in maniera libera e guidata solo da un grande e infinito amore per questa maglia e per la nostra comunità.
Il bilancio provvisorio è appunto solo temporaneo, l’auspicio è che il bilancio definitivo porti a grandi traguardi e a nuove prospettive, sempre più interessanti per la nostra Casarano.
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