Casarano-Fasano 1-1: oltre il danno, la beffa
Una cosa è certa: il tifo casaranese – quell’insieme di umori forti che non si possono spiegare razionalmente perché intrecciati dalla storia di un popolo numericamente piccolo ma molto fiero di sé – si è fatta un’idea chiara di quello che è accaduto nelle ultime due partite.
E quando a gridare forte sono le coscienze di una tifoseria che ha visto accadere eccellenti cose di calcio le regole, il cosiddetto “sistema” o se preferite i “poteri forti” non esistono più. Si vola oltre anche se quattro punti, in un girone come quello delle serpi, possono fare anzi fanno sicuramente la differenza nello yin e yang della filosofia del pallone.
Ma se il nero non può esistere senza il bianco, o il bene senza il male, o la luce senza il buio allora sicuramente non può esistere il calcio senza arbitri. Il popolo rosso-azzurro – in occasione di Barletta vs Casarano – non aveva chiesto niente di trascendentale stigmatizzando il fallo su Tipaldi o il rigore sul possibile 1-3 di Burzio. Ce n’era a sufficienza per scatenare un inferno in terra eppure tutto è rimasto nei binari del confronto civile.
Temi forti, affrontati con vigore e autorevolezza ma giocati più sul senso di lealtà e sportività che su proteste violente. Il problema adesso rimane uno solo: decidere se la beffa subita col Fasano sia frutto del caso e della statistica oppure di un atteggiamento corporativo consumato a difesa di una casta.
E se la seconda teoria dovesse essere azzeccata resta un altro enigma da sciogliere: si è trattato del giustizialismo di un singolo protagonista o peggio della lucida programmazione a tavolino di un “casaranicidio”?
Con tutti questi interrogativi, gli animi inquieti dei casaranesi devono trovare la forza di chiudere questa triste vertenza e andare avanti sulla strada dei playoff che ancora rappresentano un sogno spendibile nonostante la mannaia del giudice sportivo si sia abbattuta sul Casarano che dovrà disputare le prossime due gare interne senza l’apporto del suo grande pubblico.
Al danno si aggiunge la beffa della squalifica (2 giornate) inflitta a Citro per proteste e del DS Montervino inibito fino all’11 aprile.
Ma questa squadra, nonostante qualche difetto sparso, resta la nostra favola fino alla fine del campionato e conserva un valore intrinseco altissimo, qualcosa che ci impone – oggi più che mai – di continuare a gridare FORZA CASARANO! Più forte di come abbiamo fatto fino ad oggi. Più forte dell’albagia, della boria e dell’arroganza di chiunque non voglia rispettare i nostri colori.