Lo stadio Capozza esplose come un fuoco d’artificio durante la festa del santo patrono.
D’incanto il rosso e l’azzurro s’issarono nel cielo soleggiato, seguendo le vibrazioni del boato del pubblico festante.
Gol!
Non il freddo di una Domenica di Gennaio bensì un siluro terra aria sparato dal cecchino Donato Cancelli gelarono i circa cinquecento tifosi biancoverdi arrivati nel Salento.
Un Casarano – Avellino del 1995, un 1 a 0 per noi contro una squadra che in quella stagione centrò la promozione in serie B passando dai play off, aggiudicandosi la finale contro il sorprendente Gualdo di Novellino, seconda solo ad una sontuosa Reggina che anche si dovette piegare alla dura legge del Capozza.
La curva nord è lì, gremita e compatta. Dal megafono: “ragazzi diamoci una mano oggi altrimenti rischiamo di non farci sentire” data la massiccia presenza di supporters campani.
E così la tifoseria si strinse intorno alla squadra facendo sentire fortissimo il sostegno nel catino infernale dei serpenti. Un tifo ininterrotto, viscerale, che spinse letteralmente la squadra oltre l’ostacolo.
Ed è così che dal nulla, il ventinovenne Cancelli, funambolico e grintoso calciatore delle serpi di quei tempi, calciò un bolide da quasi metà campo diretto verso la porta avversaria sotto la curva sud. I tifosi avellinesi interruppero il loro coro e restarono impietriti osservando il pallone che s’insaccò sotto l’incrocio, come un diamante incastonato nella storia.
Gol!
A nulla servirono i tentativi di recuperare la partita da parte dei lupi guidati da mister Papadopulo.
Il trainer delle serpi Viscidi schierò il Casarano in quel lontano 29 Gennaio con questa formazione:
Giannitti, Calabro, Serra, Cartini, Cancelli (Guernier), Lanotte (Cucciari), Levanto, Maranzano, Alfieri, Passoni, Francioso.
Una squadra molto forte che tuttavia riuscì ad ottenere la salvezza solo attraverso la vittoria nello spareggio play out contro la Turris, 1 a 0 per i corallini in casa loro, 4 a 0 per i rossoazzurri al ritorno al Capozza dove epica rimase la corsa verso il campo dell’indimenticabile ed indomabile “Mesciu Ucciu” ad abbracciare i “suoi ragazzi” per quella vittoria fortemente voluta.
Lo sguardo alla curva nord, le braccia larghe, aperte, quasi a voler abbracciare ogni singolo tifoso, la gioia incontenibile.
Il 1995 è così lontano ormai, qualcuno dice che dovremmo girare pagina, ed ha certamente ragione, ma quando si passa dinnanzi allo stadio Capozza e si guarda la curva nord non si può non pensare alla storia che rappresenta, alle gesta, alle imprese, alle battaglie che trasudano da ogni singolo gradone di uno stadio che urla leggenda.
A proposito di leggenda, va via un pezzo importante della storia casaranese.
Buon viaggio Presidente Cioffi, rossoazzurro per sempre!
Casara’! Casara’! Casara’!