Settanta sputi, contati. Uno ad uno. Battuto il precedente record del Como che si era fermato a sessantacinque sputi. Probabilmente l’assistente di linea aveva installato un’applicazione di ultima generazione sul suo telefono: il contasputi.
E poi, un morbido rotolo di carta igienica. Con l’aggravante che fosse uno di quelli che non finiscono mai, quattro veli! Qualche imprecazione, qualche parola di troppo ed una lattina vuota.
Cinquemila euro di multa, due giornate a porte chiuse in campo neutro. Poteva andare peggio, qualche giudice sportivo quando sente parlare di Casarano ordina persino la decapitazione, l’impiccagione, l’amputazione degli arti e nella migliore delle ipotesi il pignoramento di tutti i beni.
Fa ridere ma fa anche riflettere, come si suol dire. Una cosa è certa, è un campionato indimenticabile per molti aspetti. Si può e si deve imparare da questa stagione, a tutti i livelli, per crescere e maturare come ambiente e come società.
È inutile parlare di accanimento e accampare alibi, se questa è la montagna da scalare dobbiamo metterci in testa di doverla scalare tutti insieme, verso la cima. Se il sistema è davvero contro di noi, dobbiamo essere più forti del sistema.
Dobbiamo essere più furbi, dobbiamo essere più attenti rispetto ad altre realtà che si possono permettere di tutto senza pagarne mai le conseguenze. È più difficile, è una sfida certamente ancora più ardua, ma non bisogna mai mollare.
Casarano può crescere, e può farlo partendo dagli errori commessi in questa stagione da parte di tutti. Casarano può crescere a livello di cultura sportiva, può e deve tornare a brillare a livello di tifo sugli spalti, ma soprattutto è in campo che bisogna crescere mandando a lottare giocatori all’altezza della scalata, ripida e difficile. All’altezza della storia e delle ambizioni.
Nessuno se ne chiami fuori. È la battaglia di tutti. Chi dice che basta solo la squadra, se ne lava le mani, alla Ponzio Pilato.
La serie D è si un campionato dilettantistico ma nasconde molte insidie, ed è fondamentale affrontarlo con il caricatore al completo, con i proiettili ognuno al suo posto perché al momento giusto bisogna sparare il colpo decisivo per stendere l’avversario.
E di proiettili ce ne sono diversi: organizzazione societaria in primis, squadra, staff tecnico, settore giovanile, stampa e media, ultras, tifosi, territorio, politica, strutture. Più proiettili hai, più possibilità hai. Non bastano i soldi, i grandi nomi, i direttori. Serve fame, da parte di tutti.
Adesso, se la Cavese pensa di venire a passeggiare nel Salento si sbaglia di grosso!
A proposito di battaglie, la nostra per questa stagione non è ancora finita. Riempiamo le campagne vicine all’impianto Heffort Sport Village di Parabita per sostenere in ogni modo i nostri colori!
La gente come noi non molla mai. Casara’!