La bolla temporale del mercoledì ha prodotto un pareggio che impedisce alle serpi rosso-azzurre l’aggancio del Nardò costretto a transitare sotto le forche caudine del panzer altamurano e, contestualmente, consolida la seconda posizione del Martina di mister Pizzulli. Alla fine, gli intrighi di calendario premiano la capolista che proprio in occasione delle stesse partite del girone di andata (di cui una persa al Capozza) aveva rimediato le due uniche legnate del campionato che sembravano ridimensionare le ambizioni della capitale italiana del pane.
A dieci giornate dal termine della regular season abbiamo esaurito le metafore e ci accingiamo a transitare nella grigia terra dei luoghi comuni che costituiscono la massa critica della narrazione calcistica non senza esprimere un giudizio sulla partita di mercoledì. Un incontro che ci ha spiegato moltissimo del reale valore della nostra squadra.
Per ampi sprazzi del primo tempo abbiamo assistito al soliloquio tattico del Casarano che ha attivato, a sinistra, una talentuosa joint-venture per un terno che invitiamo a giocare su tutte le ruote: 3-23-10: Giannini, Pedalino, Citro. Al capitano ci sentiamo di assegnare la nomination di migliore della partita anche per alcune prelibatezze tecniche esibite nella prima frazione di gioco. Tra cui spicca un legno colpito da posizione quasi perpendicolare rispetto alla porta degli ospiti. Perez e Rajkovic, anche quando non ricevono il pallone, sono cospicue masse in movimento che costringono la difesa avversaria a modellarsi sulle loro mosse.
Ma è nel secondo tempo che il Casarano ha capito molto sui quattro punti che la distanziano in classifica dall’ospite murgese. Pizzulli è uno scientifico apicoltore che ricorda – nei suoi schemi tattici – un ronzante alveare. Linee strettissime tra reparti che si spostano freneticamente – avant e ‘ndré come dicono a Milano – consentendo di triplicare la marcatura quando lo scopo del pareggio è prioritario come era evidente fin dal fischio d’inizio. La fase offensiva si manifestava con le ripartenze che, se fossero state meno elaborate, avrebbero potuto far male ai rosso-azzurri.
Questo spiega anche la differente versione tattica delle serpi nella ripresa con un ritorno in corso d’opera al 4-2-3-1 per superare il tonico muraglione biancazzurro sfruttando i molti centimetri delle nostre punte. Per sintetizzare questa partita vi avevamo promesso un luogo comune e ci piace rispettare i patti: se fosse stata boxe il Casarano avrebbe vinto ai punti. Ma questo è calcio, uno sport che ha premiato un Martina disposto al sacrificio e che ha meritato il pareggio.
Le definizioni per il pubblico casaranese invece non presentano difficoltà: eccezionale ogni domenica, emozionante al mercoledì con una presenza e un tifo che confermano l’attaccamento viscerale della Città alla propria squadra che continueremo a sostenere in questo finale di campionato. Dal nostro immaginifico bar è tutto. Arrivederci ad Altamura.